Non si lamenta, non ama le smancerie, non ha bisogno di
nessuno,
è sicuro di sé, una roccia, ed
è anche spesso … molto solo, perché se non chiede, difficilmente potrà essere
soddisfatto. D’altra parte già da piccolo si sentiva dire: “chi fa per sé, fa
per tre”, “meglio soli che mal accompagnati”, “fidarsi bene, ma non fidarsi è
meglio” e altre perle di saggezza
popolare che gli propinava la famiglia. Io sono cresciuta con il mito di
autosufficienza, l’indipendenza economica, l’americano self - made man … Per fortuna c’era il mitico Giorgio Gaber che lo ridimensionava, cantando: “mi son fatto tutto da me, mi son fatto tutto di m…a” (L’Odore,
1974).
Torniamo però, al nostro protagonista. Ha un grosso problema
al lavoro, ma se gli domandi “come va?”, risponderà “bene, bene!”, come sempre.
La moglie da tempo ha rinunciato a chiedergli come sta, perché “tanto quello lì
non parla nemmeno sotto tortura”. Lui si sente incompreso, abbandonato, avrebbe
voluto che gli altri si accorgessero che sta male, ma da soli, senza che ne dovesse
parlare lui, forse con qualche dono di chiaroveggenza … Sta soffrendo, ma chiedere aiuto vuol dire
esporsi, mostrare la propria vulnerabilità. E se poi gli altri …
Indossare la maschera da supereroe (o da supereroina!) è una delle modalità di
difesa dalle emozioni scomode. Fa parte delle strategie di evitamento. Lo scopo di questa strategia è
assicurarsi che nessuno possa vedere la nostra difficoltà. Nasce dalla paura
che, se gli altri vedessero le nostre emozioni, potrebbero prenderci in giro,
umiliarci, oppure giudicarci come deboli, debosciati o pazzi, fuori di testa o,
semplicemente potremmo essere ignorati,
traditi, abbandonati e … sentirci ancora
più soli. Meglio fare a meno degli altri che restare delusi. Perciò l’apparenza
deve essere mantenuta, le emozioni che bruciano ben nascoste.
L’ACT (La terapia dell’Accettazione e dell’
Impegno) vede proprio nell’evitamento esperienziale una delle principali cause
della sofferenza psicologica, in quanto i costi che impone a lungo termine
possono portare all’impoverimento della vita, alle rinunce importanti, alle
decisioni dettate dalla paura.
In questo
caso, il prezzo che paga il nostro supereroe è che la sua vera natura rimane
nascosta, non può essere se stesso. Nessuno si accorge che sta male e non può
aspettarsi aiuto da nessuno. Non mostra i propri bisogni, perciò nessuno può
appagarli. Si sente solo, non capito e insoddisfatto delle sue relazioni.
Per tutti i
Superman e tutte le Wonder Woman l’unico modo per cambiare questo schema è
imparare a chiedere aiuto, stare con le emozioni scomode, correre il rischio perché ….
“CHI NON
RISICA, NON ROSICA”
Le fonti per questo post:
M .McKay,
P. Fanning, P.Zurita Ona “MIND and EMOTIONS” (New Harbinger)