sabato 18 dicembre 2010

Qualche volta perdersi fa bene...


Quando dovete recarvi in una città o in una via sconosciuta vi affidate al GPS? 
 E' un invenzione di grande utilità ma ricorrervi troppo spesso non è salutare per il vostro cervello: fa impigrire l'ippocampo. Questa struttura, a forma di cavalluccio marino, situata sotto la corteccia, all'interno del sistema limbico, serve proprio per orientarsi nello spazio, oltre ad avere un ruolo importante nei processi di memorizzazione e di apprendimento. Nella demenza di Alzheimer l'ippocampo viene colpito per primo, perciò gli scienziati sperano che mantenendolo efficace ed attivo si possa rallentare l'avanzamento della malattia.

Uno studio canadese della McGill University di Montreal condotto su anziani utilizzatori e non utilizzatori di GPS dimostra le differenze nel funzionamento cerebrale nei due gruppi esaminati. La risonanza magnetica funzionale evidenzia nel gruppo di persone abituate a spostarsi utilizzando solo le proprie capacita di orientamento una maggiore attività e una maggiore quantità di cellule nervose a livello dell'ippocampo rispetto al gruppo che ricorre al GPS. Gli anziani che si affidano al proprio senso di orientamento presentano anche i risultati mediamente superiori ai test di valutazione delle funzioni cognitive.
Per l'autrice dello studio, Veronique Bohbot, i risultati della ricerca “suggeriscono che l'uso regolare della memoria spaziale possa migliorare la funzione dell'ippocampo e rallentare il declino cognitivo con l'età”.

Potremmo allenare il nostro ippocampo scegliendo e sperimentando i percorsi diversi per raggiungere il solito negozio o il luogo di lavoro, fare una passeggiata per i quartieri e le strade meno conosciute della città approfittando dei giorni di festa... e ..se ci perdiamo, pazienza!

La notizia è stata pubblicata su Le Scienze

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