lunedì 11 aprile 2011

Medita, che ti passa...

     Non ha controindicazioni ed è accessibile a tutti!     
Il  nuovo antidolorifico si chiama mindfulness, ossia la meditazione di consapevolezza. Non si tratta di una pratica ascetica dei monaci tibetani,  né di una trovata New Age ad effetto mediatico.
   
Mindfulness proviene dalla tradizione buddista theravada, ma le sue tecniche sono state adattate al modo di vivere occidentale e in pratica consiste nel “porre l’attenzione intenzionalmente, nel momento presente, in modo non giudicante”  (J.Kabat-Zinn).  
  Le terapie basate sulla meditazione, oltre ad avere l'efficacia clinica, si sono rivelate in grado di  modificare la struttura di alcune aree cerebrali.  
E’ stato documentato, per esempio, un ispessimento dell’ippocampo, l’area importante per l’apprendimento e per la memoria, nei partecipanti al  programma di Riduzione dello Stress basato su mindfulness (MBSR). La diminuzione dello stress si accompagnava anche alla riduzione della densità cellulare nell’amigdala coinvolta nelle manifestazioni dell’ansia, della paura e dello stress.

L’ultima ricerca condotta da Fedel Zeidan del Wake Forest Baptist Medical Center in North Carolina dimostra che quattro sedute di mindfulness di 20 minuti ciascuna possono ridurre del 40 per cento l’intensità del dolore percepito, contro appena  il 25 per cento dei farmaci analgesici, compresa la morfina.  La risonanza magnetica (RMI-SLA) effettuata dopo le sedute di mindfulness ai volontari sottoposti ad uno stimolo termico doloroso,  ha visualizzato la riduzione dell’attività della corteccia somatosensoriale nella quale ha l'origine la sensazione di dolore e l’aumento dell’attività nelle aree responsabili della elaborazione dell’esperienza dolorosa a partire dai segnali  provenienti dal corpo.

I partecipanti allo studio non avevano mai meditato prima!  Questo dovrebbe incoraggiare chi di voi pensi che per  praticare la mindfulness debba rinchiudersi per molto tempo in qualche monastero…Per cominciare, o per curiosità, leggi qualche libro di Jon Kabat-Zinn..

Riferimenti:

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