sabato 30 ottobre 2010

Scienza della seduzione

Avete organizzato tutto a regola d'arte: le luci soffuse, buon vino, la musica romantica, l'atmosfera rilassante, e...non ha funzionato? Ovvio, questo modo di sedurre è scientificamente sbagliato! Richard Wiseman, l'autore di "Quirkology" lo spiega raccontando un esperimento effettuato nel 1974 da psicologi Dutton e Aron sul fiume Capilano.


Il fiume Capilano, a nord di Vancouver, Canada, offre un'importante attrazione turistica: un ponte di legno sospeso all'altezza di ben 70 metri il cui attraversamento procura forti emozioni a folle di turisti.

    
         Gli scienziati hanno diviso i volontari maschi in due gruppi: l'uno attraversava il fiume sul ponte sospeso, l'altro utilizzava il più basso, moderno, ponte carrabile. A metà percorso, tutti quanti venivano fermati da una ricercatrice con la scusa di un'intervista, al termine della quale la donna si mostrava disponibile a lasciare il proprio numero di telefono per un eventuale incontro di approfondimento sul lavoro che stava svolgendo.

Il risultato? Gli uomini sul ponte traballante erano più propensi ad accettare il numero e, successivamente, erano in maggior numero a contattare la ricercatrice rispetto a quelli che l'hanno incontrata sul ponte solido.

Quando incontriamo una persona che ci piace, aumenta il nostro battito cardiaco. L'esperimento di Dutton e Aron dimostra che è vero anche il contrario: quando abbiamo il battito accellerato per qualunque ragione, siamo più disponibili a provare l'attrazione per chi incontriamo in quella circostanza.
L'attraversamento della passerella sospesa sopra le rocce provocava il batticuore non solo ai turisti, ma anche ai volontari dell'esperimento, perciò l'intervistatrice li sembrava più attraente.

In conclusione, per "rimorchiare"seguite il consiglio di Wiseman: "avrete maggiori probabilità di successo andando a un concerto rock, salendo sulle montagne russe o guardando un film di orrore".

Uno speciale avvertimento per i maschietti: attenti a non sbagliare la prima mossa! La donna decide se siete interessanti entro i primi 30 secondi dell'incontro!

Altre curiosità sul sito di Richard Wiseman

lunedì 18 ottobre 2010

E' come sembra?


La capacità di individuare il legame fra la causa e l'effetto ci permette di valutare la realtà, dare le spiegazioni agli eventi, fare le previsioni sul futuro e mettere ordine nella nostra esistenza.
La nostra mente è così abituata a collegare gli avvenimenti, che a volte lo fa ...a sproposito, trovando un nesso causale nelle situazioni assolutamente casuali.

Succede per le superstizioni, quando attribuiamo la causalità di un evento negativo al gatto nero che ci ha attraversato la strada, o quando ci sentiamo responsabili per aver pensato una cosa che poi si è realizzata, per esempio, per aver mandato gli accidenti a qualcuno che poi si è rotto la gamba.
Il problema è di distinguere le correlazioni causali vere da quelle illusorie, come afferma Matteo Motterlini nel libro "Trappole mentali" (BUR Saggi, 2010). Come capire se due eventi che accadono uno dopo l'altro siano correlati o indipendenti?

L'autore illustra come la nostra mente, non riuscendo ad identificare le relazioni causali rilevanti, inventa semplicemente ciò che si aspetta di osservare.
Cita, a proposito, un famoso esperimento che 50 anni fa dimostrava come il test di Rorschach eseguito su pazienti omossessuali veniva interpretato da psicoanalisti in modo da trovare una correlazione fra il risultato del test e la diagnosi di omossessualità, perchè era ciò che si aspettavano di trovare.

"Il pericolo", secondo Motterlini, "è fondare l'intera vita quotidiana su una serie di correlazioni illusorie"e finire come "il tacchino induttivista" di Bertrand Russell.

Che cosa è successo al tacchino? Vedendosi recapitare il cibo tutte le mattine alle 9 si era convinto che ci fosse una correlazione causale, e rassicurato, aspettava il mangime anche la mattina della vigilia di Natale... ma ebbe una brutta sorpresa...

sabato 9 ottobre 2010

Comincio domani...

Vi è mai capitato di rimandare la preparazione di un esame all’ultimo momento? Avete pensato di iniziare una dieta lunedì perché il sabato si esce con gli amici e la domenica si pranza dalla nonna…, ecc.?

Se prima di mettervi a lavorare perdete tempo, controllate la posta elettronica, facebook, o vi prendete un ennesimo caffè, forse fate parte di quel 20% della popolazione generale che si considera “procrastinatore cronico”.

Joseph Ferrari dell’Università De Paul di Chicago distingue tre tipi di procrastinatori:

Eccitato:
ricerca il brivido e l’euforia facendo le cose all’ultimo momento. E’ convinto di essere più creativo e di rendere meglio quando si trova sotto pressione.

Sfuggente:
cerca di evitare la paura del fallimento o del successo. In ogni caso teme ciò che gli altri possano pensare di lui. Preferisce essere giudicato come uno svogliato, piuttosto che un’incapace o un fallito.

Indeciso:
non prende nessuna decisione e quindi non agisce. Evita in questo modo di assumersi la responsabilità per l’esito delle proprie azioni.

La procrastinazione non è innata, è un atteggiamento che s’impara nell’ambiente familiare in modo indiretto. L’abitudine di rimandare è la risposta al comportamento molto autoritario del genitore. Il padre troppo rigido e severo ostacola lo sviluppo delle capacità di autoregolazione dei figli, impedendoli di agire autonomamente. Di conseguenza la procrastinazione può diventare una forma di ribellione.

Dal punto di vista culturale, la procrastinazione è abbastanza tollerata, anche da chi ne è “colpito”. Tuttavia le sue conseguenze possono essere gravi: oltre al mancato raggiungimento del successo personale o professionale può danneggiare la salute. Una ricerca sugli studenti di un college americano ha dimostrato un abbassamento delle difese immunitarie con una maggiore probabilità di contrarre influenza, raffreddore o disturbi intestinali. Le difficoltà di autoregolazione possono portare all’aumento del consumo di alcol e droghe.
Cosa fare? Leggi il post "Smettere di rimandare...da subito!"

La notizia proviene dall’articolo di Hara Estroff Marano pubblicato su Psychology Today


Il foglio bianco vi spaventa? Quando dovete scrivere qualcosa cercate le scuse per rimandare?

Guardatevi questo video:

Procrastination