Negli ultimi anni le neuroscienze hanno fatto grandi
progressi nello studio del sonno e delle sue alterazioni. E’ stato confermato
il ruolo del sonno nel consolidamento della memoria e nel’apprendimento e,
recentemente, nella regolazione emotiva dei ricordi.
L’equipe della Berkeley
University guidata da Matthew Walker ha dimostrato che durante la fase REM del
sonno, caratterizzata dai rapidi movimenti oculari e dall’intensa produzione
onirica, vengono “riprocessati” e memorizzati gli eventi vissuti durante la
giornata.
Mentre sognamo, rimangono soppressi i circuiti cerebrali noradrenergici implicati nelle risposte da stress e vengono attivati
i collegamenti fra l’amigdala e l’ippocampo, il chè permette di codificare le nostre
esperienze più importanti senza un eccessivo
carico emotivo. Così possiamo ricordare cosa ci è successo il giorno prima con un
po’ di distacco. A volte il sogno si ripete per più volte di seguito, finchè l’intensità
delle emozioni non si attenua.
L’inceppamento di questo meccanismo, la mancata
riduzione di adrenalina durante la fase REM che si accompagna all’iperattività
dell’amigdala, è documentato nei disturbi d’ansia e potrebbe essere alla base
del Disturbo post traumatico da stress. Questo studio, pubblicato su Current
Biology, dimostra che il sonno REM esplica durante la notte un’azione calmante
sull’amigdala attivata dagli avvenimenti vissuti a veglia e può essere un importante
regolatore del nostro equilibrio emotivo.
Fonti:
van der Helm et al., REM Sleep Depotentiates Amygdala Activity to Previous Emotional Experiences,
Current Biology (2011), doi:10.1016/j.cub.2011.10.052
http://walkerlab.berkeley.edu/science.html
http://walkerlab.berkeley.edu/science.html
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